ANTISEMITISMO, DI NUOVO??

Discorso per il Convegno “Insieme contro l’antisemitismo” che si terrà dal 19 al 21 dicembre 2025 a Firenze.

 

Antisemitismo... la sola parola fa reagire certe persone... le mani si irrigidiscono, le labbra si chiudono o si contraggono in smorfie ... Oh no... Di nuovo?

È vero che l'antisemitismo è quasi vecchio quanto il mondo... Tutto iniziò con il primo ebreo, Abramo... e poi con i suoi discendenti, che in Egitto si volevano sterminare perché il faraone disse che questi ebrei erano troppo numerosi e avrebbero preso il potere... Anni dopo, in Persia, durante il regno della regina Ester, furono accusati di vivere separati e di non rispettare le usanze del paese. Haman era riuscito a convincere il re che dovevano essere annientati. Poi, nel Libro di Daniele, mentre erano in esilio a Babilonia, leggiamo che Daniele e i suoi compagni non si inchinarono davanti a un idolo, a una statua. Si inchinavano solo davanti al Dio d’Israele.

Questi esempi illustrano tre accuse contro gli ebrei che persistono ancora oggi:

1.        "Ci sono troppi ebrei, troppo potenti. Controllano i media, le banche, ecc.",

2.         "Gli ebrei vivono separati, si vestono in modo diverso, non mangiano come noi. Chiudono i negozi il sabato invece che la domenica, ecc."

3.        "Gli ebrei che vivono tra noi si rifiutano di assimilarsi ai nostri costumi, alla nostra religione. Si rifiutano di inchinarsi ai nostri dei, ai nostri idoli."

In breve, l'antisemitismo si manifesta in diverse forme:

1.         Sociale (sono troppo numerosi, troppo potenti e sono diversi da noi).

2.        Religiosa (non hanno la nostra stessa religione, né lo stesso Dio).

3.        Razziale (l'accusa principale rivolta dal regime nazista). Oggigiorno, potremmo aggiungere un'altra forma:

4.        Politico-religiosa (molti credono che tutti gli ebrei siano di destra e ultrareligiosi; il che è ben lontano dalla verità!).

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, e al grido di "Mai più!", alcuni credevano che il mostro dell'antisemitismo, che aveva portato al massacro di sei milioni di ebrei, tra cui un milione e mezzo di bambini, fosse scomparso. Ma questo "virus mutante", come molti lo chiamano, non era morto, bensì era tornato sulla scena mondiale sotto una nuova veste. Naturalmente, l'antica accusa di essere un popolo "deicida" – un popolo che aveva ucciso Dio nella persona di Gesù – era ancora molto presente e fu persino usata dai nazisti per giustificare il massacro degli ebrei. Non dimentichiamo l'accusa secondo cui gli ebrei avvelenavano i pozzi nel Medioevo. Persistette anche l'accusa medievale secondo cui gli ebrei erano soliti uccidere un bambino cristiano durante la Pasqua ebraica per raccoglierne il sangue e fare la matzah (pane azzimo). Fu utilizzata in particolare nel 1913 per condannare un ebreo ucraino, Mendel Beilis. Questa accusa fu ripresa di nuovo nel 2010, durante il devastante terremoto di Haiti. Un’équipe medica israeliana intervenne per prestare assistenza, allestendo un grande ospedale da campo Curando più di 500 persone al giorno. I media arabi affermarono poi che tale équipe fosse venuta per prelevare organi. E poi, di nuovo, nell'ottobre 2025, le autorità palestinesi accusarono Israele di aver rubato organi di bambini a Gaza.

Accusa medievale: gli ebrei raccolgono il sangue di un bambino cristiano per farne la matzah

Possiamo quindi vedere che l'antisemitismo risale a molto tempo fa ed era ben radicato in Europa centinaia di anni prima dell'arrivo dell'islamismo. Ci sono purtroppo infiniti   episodi di antisemitismo in Europa. Potrei citare, in particolare, l'Inquisizione, che fece molte vittime ebree tra coloro che si rifiutarono di convertirsi al cattolicesimo. Potrei anche parlare della Riforma protestante, che inizialmente vedeva di buon occhio gli ebrei perché Martin Lutero credeva che si sarebbero convertiti in massa al protestantesimo ma poiché non era così, scrisse un libello antisemita nel 1543: "DEGLI EBREI E DELLE LORO MENZOGNE” che divenne il punto di riferimento di molti nazisti 400 anni più tardi per giustificare la persecuzione e lo sterminio degli ebrei d'Europa.

Saprete sicuramente che nel XVI secolo, a Venezia, a Roma e in moltissime altre città dei nostri paesi "cristiani" esistevano ghetti dove gli ebrei venivano rinchiusi. Raoul Hilberg, storico dell'Olocausto, ha affermato: "I primi cristiani dissero agli ebrei: 'Non potete vivere tra noi come ebrei'. Le autorità secolari che in seguito presero il potere dissero loro: 'Non potete vivere tra noi', e i nazisti infine decretarono: 'Non potete vivere'". Durante l’Illuminismo del XVIII secolo, la società francese non si era ancora liberata dei suoi antichi demoni antisemiti. In realtà, filosofi come Voltaire, Diderot e Rousseau diffusero allegramente il loro antisemitismo e antigiudaismo attraverso i loro scritti.

Alla fine del XIX secolo, un diffuso antisemitismo sociale si radicò in Francia, portando molti francesi a credere che i loro peggiori nemici fossero gli ebrei. Libri come "La Francia ebraica" di Édouard Drumont e "I Protocolli dei Savi di Sion" apparvero nelle librerie. Questo clima di odio verso gli ebrei avrebbe logicamente portato all'affare Dreyfus, che sarebbe diventato uno scandalo mondiale. Il capitano francese ebreo Alfred Dreyfus fu falsamente accusato di aver venduto segreti ai tedeschi e, poiché era ebreo, fu automaticamente considerato colpevole. Fu quindi condannato nel 1894 alla prigionia sull'"Isola del Diavolo", a 8.000 chilometri dalla Francia, lontano dalla moglie e dai figli, senza alcun mezzo di comunicazione con loro. Vi rimase quattro anni e non fu riconosciuto innocente né reintegrato nella sua posizione fino al 1906.

Nel 1889, poco prima dell'affare Dreyfus, Adolphe Willette (pittore, illustratore e caricaturista francese) si presentò come unico "candidato antisemita" alle elezioni legislative. Dichiarò, tra le altre cose: "...Non è una questione di religione; l'ebreo è di una razza diversa ed è un nostro nemico. L'EBRAISMO, ecco il nemico! Presentandomi, vi offro l'opportunità di protestare con me contro la tirannia ebraica..."

L'antisemitismo dell'Italia fascista cominciò ufficialmente il 14 luglio del 1938 con la pubblicazione del Manifesto della razza, preceduto dalla venuta di Hitler in Italia, dal 3 al 9 maggio. Due mesi dopo la visita in Italia del Führer, venne pubblicato il Manifesto redatto quasi interamente da Mussolini, ma sottoscritto da un gruppo di scienziati.

I giornali aprono subito una campagna antisemita: esce La difesa della razza diretta da Telesio Interlandi, con Giorgio Almirante come segretario di redazione.

A partire dal 5 settembre 1938, una serie di disposizioni legislative, le cosiddette "leggi razziali", introdussero una serie di pesanti discriminazioni nei confronti degli ebrei che, tra l'altro, vennero espulsi da ogni incarico nella pubblica amministrazione. Nel 2014, la Biblioteca Marucelliana di Firenze ha organizzato una mostra intitolata: DALL’EBREO ERRANTE ALLE LEGGI RAZZIALI IMMAGINI E DOCUMENTI.

La grande razzia nel vecchio Ghetto di Roma cominciò attorno alle 5,30 del 16 ottobre 1943. Oltre cento tedeschi armati di mitra circondarono il quartiere ebraico. Contemporaneamente altri duecento militari si distribuirono nelle 26 zone operative in cui il Comando tedesco aveva diviso la città alla ricerca di altre vittime. Quando il gigantesco rastrellamento si concluse erano stati catturati 1022 ebrei romani.

Due giorni dopo in 18 vagoni piombati furono tutti trasferiti ad Auschwitz. Solo 15 di loro tornarono alla fine del conflitto: 14 uomini e una donna. Tutti gli altri 1007 morirono in gran parte appena arrivati, nelle camere a gas. Nessuno degli oltre duecento bambini sopravvisse.  Secondo alcune statistiche, quasi 8.000 Ebrei italiani sono stati uccisi durante la guerra.

Durante il mio soggiorno in Italia (1987-1990), sono stato nominato membro del Consiglio dell’Amicizia Ebraico-Cristiana di Roma. Vorrei rendere omaggio a Jules Isaac, un ebreo francese che prese l'iniziativa di fondare la prima Associazione di Amicizia Ebraico-Cristiana ad “Aix En Provence”, appena due anni dopo la fine della guerra. Durante il conflitto, sua moglie, i suoi figli e suo genero furono arrestati dalla milizia e consegnati alla Gestapo prima di essere deportati. Jules Isaac avrebbe voluto consegnarsi lui stesso alla polizia tedesca ma lo raggiunse un piccolo messaggio della moglie: “Fai conoscere chi siamo, fai conoscere le radici ebraiche del Cristianesimo” Il suo libro capolavoro “Jésus et Israël”, è scritto per far conoscere Israele ai non ebrei e l’ebreo Gesù agli ebrei (è disponibile in italiano). Jules Isaac distinse chiaramente tra antigiudaismo e antisemitismo. L'antigiudaismo, spiegò, è "una tradizione religiosa, teologica, forse spirituale". L'antisemitismo, invece, "emerso nel XIX secolo", è una teoria razziale e sociale "in cui gli ebrei vengono accusati di tutto e del suo contrario". Per Isaac, questo antisemitismo affonda le sue radici nell'antigiudaismo. La sua analisi suscitò grande scalpore, soprattutto tra i cristiani.

Dopo la visita di Papa Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma il 13 aprile 1986, il Rabbino Capo di Roma, Elio Toaff, scrisse il libro "Perfidi Giudei, Fratelli Maggiori", in cui racconta il rapporto a volte caotico tra la comunità ebraica di Roma e il Vaticano. Me ne dedicò una copia.

Quest'anno, il 2025, ricorre il 60° anniversario del Concilio Vaticano II. Questo testo affronta in particolare le "relazioni con le religioni non cristiane".

Per quanto riguarda gli ebrei, il documento afferma:

• Rifiuto dell'antisemitismo: il testo deplora ogni forma di odio e persecuzione contro gli ebrei.

• Assoluzione collettiva: afferma che i peccati commessi durante la Passione di Cristo non possono essere attribuiti collettivamente agli ebrei di ieri o di oggi.

• Eredità spirituale condivisa: la dichiarazione riconosce l'eredità spirituale condivisa tra ebrei e cristiani, sottolineando che i fondamenti della fede cristiana si trovano nei patriarchi, in Mosè e nei profeti.

• Apertura al dialogo: il documento inaugura una nuova era di dialogo interreligioso, considerando l'ebraismo come una religione unica ed essenziale nel piano divino.

Certo, non si può che gioire di questa "apertura" della Chiesa cattolica verso i nostri "fratelli maggiori". Ma in realtà, 60 anni dopo, vale la pena chiedersi cosa abbia veramente cambiato il Concilio, a parte i vertici del Vaticano? Tutti i sacerdoti e tutti i cattolici del mondo mettono in pratica queste posizioni? Porre la domanda è già rispondere. No, fondamentalmente, il complesso di superiorità cristiana nei confronti degli ebrei è ancora molto vivo e l'accusa di deicidio è persistente.

Allo stesso modo, la teologia della sostituzione, che insinua che Dio abbia rigettato Israele e lo abbia sostituito con la Chiesa, è ancora molto presente e influenza l'atteggiamento della maggior parte dei cristiani nei confronti degli ebrei.

Eppure la Bibbia ci mostra chiaramente che noi non ebrei dovremmo seguire l'atteggiamento di Rut, la moabita (quindi non ebrea), che fece questa dichiarazione assolutamente sorprendente: עַמֵּךְ עַמִּי וֵאלֹהַיִךְ אֱלֹהָי ׃ – "Il tuo popolo è il mio popolo, il tuo Dio è il mio Dio". Questa non è al futuro, ma al presente. Ciò implica che dobbiamo considerare il popolo ebraico come il nostro popolo ora, poiché il loro Dio è diventato il nostro Dio non nel futuro, non a determinate condizioni, ma immediatamente. È interessante notare che Boaz si riferisce a Rut come alla אֵשֶׁת־חַיִל "donna virtuosa" descritta dal re Salomone in Proverbi 31. Boaz le darà questo preciso titolo in Rut 3:11. Pertanto, la sua condotta le valse questa lode.

« Alla donna Samaritana, Gesù fa questa sorprendente rivelazione: «La salvezza viene dai Giudei»  »
— Giovanni 4:22

Due passi del Nuovo Testamento ci aiutano a capire che siamo noi, i non ebrei, ad essere stati «avvicinati» o addirittura «innestati» nel popolo ebraico (Romani 11): «17 Ma se alcuni rami sono stati troncati e tu, che sei un olivo selvatico, sei stato innestato tra i rami rimanenti e sei diventato partecipe della radice e della linfa dell'olivo, 18 non ti vantare contro i rami; se ti vanti, sappi che non sei tu a portare la radice, ma è la radice che porta te». E poi, in Efesini 2, Paolo afferma che noi, i Gentili, eravamo "estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo... ma per mezzo di Gesù Cristo siamo stati avvicinati...": "14 Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia". È quindi chiaro che la missione di Gesù era anche quella di riconciliare i Gentili con gli Ebrei.

A mio parere, è sbagliato affermare che l'attuale antisemitismo sia dovuto esclusivamente ai musulmani estremisti. Secondo la mia ricerca sulla storia dell'antisemitismo dall'inizio dell'era cristiana (che ho presentato nel mio libro intitolato "Israele, una sfida per la Chiesa"), l'antisemitismo è un fenomeno che è sempre stato trasmesso dalla nostra società europea, prima di essere importato da alcuni immigrati musulmani.

In conclusione, come possiamo combattere questo virus che si sta diffondendo sempre di più nella nostra società? Innanzitutto, combattendo l'ignoranza che circonda gli ebrei. La maggior parte delle persone non sa nulla della storia, dei costumi, della religione, delle tradizioni ebraiche o delle origini del conflitto Palestino-Israeliano. Si affidano esclusivamente a dicerie, pregiudizi, stereotipi antisemiti e resoconti parziali sul conflitto, diffusi dai media e dai social network, da cui molti giovani dipendono. Dobbiamo insegnare loro chi sono gli ebrei, la loro religione e la storia dell'antisemitismo. Dobbiamo portarli a visitare la sinagoga locale, partecipare con loro a una festa ebraica e presentarli ai bambini ebrei. I nostri insegnanti hanno un ruolo cruciale da svolgere in questo. Allo stesso modo, nelle nostre chiese, è essenziale che i nostri pastori, sacerdoti e insegnanti presentino il popolo ebraico e Israele alla luce della Scrittura e denuncino la teologia della sostituzione.

In altre parole, riportiamo in primo piano i nostri valori giudaico-cristiani prima che sia troppo tardi...

Luc HENRIST, 10 dicembre 2025

Luc Henrist